Il mondo del lavoro è cambiato.
L’Italia sta finalmente capendo che i tempi del posto fisso sono lontani (cit. Matteo Renzi, #Leopolda5) e che mobilità, mentale più che fisica, è la parola d’ordine.
In quest’epoca di cambiamenti e
modernità tutti noi abbiamo a disposizione delle risorse meravigliose come i
motori di ricerca e i social network. In particolare questi ultimi stanno
battagliando fortemente per togliere il primato a Google in termini di tempo d’utilizzo
da parte degli utenti e le aziende si sono accorte che è facile comunicare con
gli utenti tramite un pagina Facebook, un account Twitter o Instagram, persino
tramite una pagina Linkedin come ha fatto la Mattel che ha creato il profilo
ufficiale della bambola Barbie sul social network per eccellenza dei
lavoratori!
Con l’Expo 2015 che si avvicina,
temi come il buon cibo e la sostenibilità ambientale acquisiranno una forte
preponderenza sui media e ci saranno diverse opportunità di visibilità per
quelle aziende o per quegli individui che sapranno padroneggiare i mezzi
attualmente più economici, più accessibili e più popolari da utilizzare: i
social media.
Ecco di seguito alcuni esempi di successo di alcuni brand o persone legate al mondo del food che hanno avuto il merito di farsi notare grazie ad un corretto, intelligente e/o divertente utilizzo di una comunicazione fatta tramite ciò che mi piace definire social advertisement... Ma anche storie di chi ne ha fatto a meno, perchè ci ha pensato il pubblico a fare pubblicità per loro.
Ecco due esempi di social advertisement proposti da due grandi brand FMCG poco fa,
durante lo “scandalo” #Bendgate (i neo-possessori di iPhone 6 Plus denunciavano
che il device gli si piegasse in tasca... scatenando l’inferno sui social
media!
Mikado su Facebook e KitKat su
Twitter hanno ottenuto un engagement elevatissimo,
facendo divertire i propri ascoltatori che
hanno riconosciuto questi due contenuti come diversi rispetto alle solite
comunicazioni standard, uno dei punti di forza dei Social Adv che vengono spesso creati apposta per i social network.
Non è vero, ma ci credo
Parlando di professioni nel settore del food, è ormai da anni che in TV vanno di moda i talent show legati al mondo del cibo, come Masterchef e affini, che hanno successo in particolare sul satellite e sul digital terrestre.
Ma i cosiddetti esperti di cibo esistono anche nella
vita reale. Questo ha ispirato due geniali ragazzi Olandesi chesi sono posti
una domanda: gli esperti di cibo, sono davvero degli esperti?
I due hanno acquistato del cibo
da McDonald’s e dopo averlo camuffato,
lo hanno portato ad una fiera alimentare organizzata nei Paesi Bassi, facendo
assaggiare le “pietanze” a dei cosiddetti esperti e appassionati di cibo e alta
cucina, spacciandolo per una nuova alternativa biologica al cibo da fast food.
Risultato? 100% di feedback positivi, con addirittura persone che definivano quel Big Mac tagliato a fettine come “Certamente più puro e appetitoso del cibo di McDonald!”
Risultato? 100% di feedback positivi, con addirittura persone che definivano quel Big Mac tagliato a fettine come “Certamente più puro e appetitoso del cibo di McDonald!”
La gente crede a ciò che vogliamo
far creder loro? Sembrerebbe di sì!
Inquietante ed affascinante allo stesso tempo.
Inquietante ed affascinante allo stesso tempo.
Sex Sex Sex
Cambiamo ora leggermente
argomento, con una provocazione sotto forma di domanda: si può fare social
media marketing... offline? Certamente!
Domino’s Pizza, uno dei brand maggiormente
attivi su Facebook con oltre 10 milioni di fan e su Twitter con oltre 682 mila follower.
Il brand ha già capito da tempo che i cosiddetti user generated contents, sono una vera e propria manna per le
aziende poiché significano... pubblicità gratis.
Domino’s sta quindi incentivando i dipendenti ad inserire messaggi divertenti sui cartelloni all’esterno dei punti vendita, messaggi che poi puntualmente vengono ripresi e condivisi sui social, Facebook, Instagram o Twitter in particolare.
Un modo intelligente ed economico
per ricordare agli affamati che se la fame chiama, Domino’s risponde!
Keep calm and be a good Community Manager!
Tornando al classico mondo della rete, un altro brand che sa come utilizzare i social media come è certamente Just Eat.
Tornando al classico mondo della rete, un altro brand che sa come utilizzare i social media come è certamente Just Eat.
La forza di Twitter, per i brand
legati al food, è senza dubbio la possibilità di fungere da customer service.
Il valore aggiunto è certamente il Tone of Voice utilizzato: nella foto mostrata, il Community Manager risponde in maniera ironica ad un utente con un utente che si chiedeva se fosse possibile mandare una pizza da Roma fino a Trieste. L’utente ha infine premiato la risposta tagliente del Community Manager con favourite (considerato come una sorta di Mi Piace su Twitter), con la conversazione che poi è stata ripresa da alcune testate del settore, diventando virale.
Il valore aggiunto è certamente il Tone of Voice utilizzato: nella foto mostrata, il Community Manager risponde in maniera ironica ad un utente con un utente che si chiedeva se fosse possibile mandare una pizza da Roma fino a Trieste. L’utente ha infine premiato la risposta tagliente del Community Manager con favourite (considerato come una sorta di Mi Piace su Twitter), con la conversazione che poi è stata ripresa da alcune testate del settore, diventando virale.
Questo è il modo giusto per
utilizzare i social media e Twitter in particolare? A mio modo di vedere, assolutamente
sì!
Il meccanismo sui social si
ribalta: sono gli utenti che decidono come impostare la conversazione, e non
viceversa.
L'importanza di chiamarsi Damon
Si può diventare famosi, servire portate da 200 dollari l’una e avere una lista d’attesa che va dai cinque ai dieci anni, il tutto senza fare assolutamente pubblicità? Evidentemente sì, dando un’occhiata alla storia dello chef Damon Baehrel, cuoco originario di Earlton, New York.
Se avrete la fortuna, la pazienza
e/o i soldi per visitare il suo ristorante da 12 tavoli, sappiate che la sua
fama deriva completamente da un viralissimo word-of-mouth,
il passaparola. Raccomandazioni cominciate copiosamente già dal 2006, anno di
apertura del bistrot, e vertiginosamente aumentate con il diffondersi dei
social media: provate a scrivere Damon Baehrel su Twitter e date un’occhiata a
tutte le menzioni, gli articoli, i video o le foto che ritraggono il
gastronomo, che non utilizza internet o possiede un cellulare, ma che crea le
sue pietanze da zero, fungendo anche da cameriere, cassiere e giardiniere nel
suo ristorante-tenuta.
Potenza di internet e dei social,
mista a bravura: complimenti!